La Lista Referendum e Democrazia, molto più di una lista elettorale

Tutte le tappe dell'azione "Lista Referendum e Democrazia"
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In preparazione dell’incontro “Riattiviamo la democrazia con Marco Cappato” che si svolge a Modena il 13 ottobre 2022 dalle 17.00 presso La Tenda (programma e registrazioni a questo link) pubblichiamo il dossier di presentazione del percorso che ha portato alla creazione della Lista Referendum e Democrazia. 

Eumans, il movimento pan-europeo nonviolento co-presieduto da Marco Cappato e Virginia Fiume, ha celebrato la giornata per la democrazia 2022 ripercorrendo quanto fatto negli ultimi mesi a favore della partecipazione popolare diretta alla vita istituzionale della Repubblica italiana.

La giornata mondiale per la democrazia “è stata istituita attraverso una risoluzione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, che incoraggia i governi a rafforzare e consolidare la democrazia, una ricorrenza che vuole offrire alle persone l’opportunità di partecipare alla democrazia e sollecitare i governi a rispettare i diritti delle persone”

L’azione denominata “lista Referendum e Democrazia”, che ha come rappresentante legale Marco Perduca e a cui successivamente si è aggiunta la specifica “con Cappato” a ulteriore caratterizzazione della leadership della proposta, è stata lanciata nel luglio 2022 per tutelare e promuovere i diritti civili e politici in un momento cruciale per la vita democratica italiana: le elezioni anticipate per il rinnovo del Parlamento. Un’azione in linea con le “osservazioni” adottate nel 2019 dal Comitato ONU per i Diritti Umani che nel 2019 ha denunciato “irragionevoli ostacoli” frapposti dalla Repubblica italiana all’accesso a tutte le forme di partecipazione democratica (es. referendum, disegni di legge ed elezioni) ai suoi cittadini e cittadine.

Da luglio 2022 si sono susseguite varie azioni che possono essere considerate un vero e proprio “caso di studio” sull’italia oltre che un precedente per altri Stati membri dell’UE che vogliano consolidare, o promuovere, riforme per rafforzare i diritti umani e lo Stato di diritto all’interno dell’UE nel dominio digitale.

L’iniziativa “Referendum e Democrazia con Cappato” è stata incentrata principalmente sulla transizione verso una piena democrazia digitale in linea con il Quadro Regolatorio eIDAS e sulla costruzione di un’Identità Digitale, anche attraverso la firma digitale come soluzione concreta per superare diverse tipologie di ostacoli per la democrazia con particolare attenzione alla partecipazione individuale e collettiva:

1) Rimuovere gli ostacoli alla partecipazione civica e politica;

2) Facilitare l’accesso e l’attivazione di strumenti istituzionali per promuovere referendum, progetti di iniziative popolari o qualsiasi altra azione a livello locale, nazionale e internazionale;

3) Semplificare tutto quanto sopra in tutta l’Unione europea.

Questo il calendario di quanto fatto negli ultimi 12 mesi:

2019 – Primavera 2022 – Campagna di sensibilizzazione istituzionale e pubblica sulla possibilità di utilizzo della firma digitale in Italia per attivare l’articolo 75 della Costituzione e la partecipazione civica e politica sulla falsariga delle osservazioni adottate dal Comitato ONU per i diritti umani nel 2019 in relazione all’esposto “Staderini – De Lucia V. Italia”.[1] 

Partecipazione alla prima Raccolta Digitale per l’indizione di Referendum – quasi 900.000 firme raccolte online tra metà agosto e metà settembre 2021 per promuovere referendum per legalizzare l’eutanasia e la cannabis.[2]

Azioni pubbliche e istituzionali per sollecitare l’implementazione della Piattaforma Digitale perché il Governo italiano di Draghi consentisse un più ampio uso della firma online come previsto dalla legge finanziaria adottata nel 2019. [3] 

Ad agosto 2021, dopo che un emendamento di Riccardo Magi, adottato all’unanimità ma col parere contrario del Governo (rappresentato in Commissione dal Ministero della Giustizia) aveva anticipato l’entrata in vigore della firma digitale per la sottoscrizione di referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare, l’Associazione Luca Coscioni, avvalendosi di una piattaforma privata lancia la raccolta firme online per portare a termine la raccolta firme a sostegno di referendum per legalizzare l’eutanasia iniziata fisicamente nel mese di maggio e che aveva goduto di un prolungamento dei tempi di sottoscrizione in virtù di misure volte a mitigare l’impatto della pandemia sulla vita pubblica. 

Il 12 agosto 2021 viene lanciata la possibilità di raccogliere firme online per abrogare alcune parti dell’articolo 579 del codice penale relative all’omicidio del consenziente. Nella prima giornata vengono raccolte oltre 10.000 firme senza alcun investimento pubblicitario che non fosse una conferenza stampa online di presentazione dell’iniziativa. 

L’11 settembre viene stata lanciata la campagna raccolta firma online per un referendum che prevedeva tre ritagli del Testo Unico sulle droghe 309/90 per arrivare alla legalizzazione della cannabis. In cinque giorni vengono raccolte oltre 500.000 firme senza alcun investimento in promozioni sui social per via delle regole molto punitive previste per tutto ciò che ha a che fare con le sostanze psicoattive sotto controllo internazionale. 

Entrambe le campagne, che congiuntamente in un mese hanno raccolto circa 900.000 firme, hanno dimostrato che una volta rimossi “ostacoli irragionevoli” le persone partecipano in gran numero. I Referendum sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale a febbraio 2022, ma non per il modo in cui erano stati presentati in Cassazione.[4] 

A seguito dello scioglimento anticipato della XVIII Legislatura il 22 luglio 2022, l’Associazione Luca Coscioni e EUMANS ha lanciato un nuovo appello al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Innovazione Digitale per sollecitare la creazione della piattaforma pubblica per la raccolta delle firme online ampliandola alla presentazione delle liste elettorali come sono state indette le elezioni parlamentari per il 25 settembre. In pochi giorni vengono raccolte oltre 45.000 sottoscrizioni.

La legge elettorale in vigore al momento dello scioglimento delle Camera esonera dalla raccolta firme chi alla tornata precedente è stato eletto con un determinato simbolo, nel maggio 2022 un emendamento ad ha ampliato l’esenzione a chi si era costituito come gruppo o componente nel corso della Legislatura. 

Malgrado la creazione di un soggetto o lista elettorale non comporti particolari problemi burocratici, all’indomani del deposito del simbolo della lista presso il Ministero dell’Interno la legge impone di raccogliere oltre 70.000 firme fisiche (numero dimezzato in virtù della fine anticipata della Legislatura). Le sottoscrizioni vanno autenticate in presenza di una delle figure previste dalla nuova legge e successivamente corredate della certificazione ottenuta dal comune dove si è registrata l’iscrizione nelle liste elettorali. Le firme devono essere raccolte su una lista di candidature visibili specificando se il gruppo è in corsa da solo o in coalizione e con chi. Alle liste vanno aggiunte liste, non pubbliche, di candidature supplenti.

Per rafforzare l’appello pubblico, Eumans e l’Associazione Luca Coscioni scrivono nuovamente al Governo, al Parlamento nonché al Presidente della Repubblica per sollecitare nuovamente la possibilità di firmare digitalmente per la presentazione di nuove liste e sanare la discriminazione nata dalla necessità di raccogliere decine di migliaia di firme in meno di tre settimane nel periodo estivo, una discriminazione che, tra le altre cose, vieta di stipulare accordi di coalizione con liste che non sono tenute a raccogliere firme perché già presenti in Parlamento. Il 25 luglio il rappresentante della lista diffida la Ministra dell’Interno chiedendo una chiarimento in merito alla questione. 

Il silenzio istituzionale ha imposto ulteriori azioni, il 27 luglio Virginia Fiume, copresidente EUMANS, avvia uno sciopero della fame per chiedere il riconoscimento delle firme digitali – in un pochi giorni altre 27 persone si aggiungono. Virginia Fiume scrive anche alla leader del principale partito di opposizione Giorgia Meloni.

La mancanza di risposte o segnali, suggerisce una nuova fase dell’azione: chi è in sciopero della fame conclude l’iniziativa nonviolenta e viene lanciata una piattaforma di raccolta di candidature per comporre liste per la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica e le circoscrizioni europee di entrambe le Camere. Il nome della lista sarà “Referendum e Democrazia con Cappato”.

In un fine settimana oltre 800 persone si rendono disponibili a candidarsi sapendo che l’eventuale presentazione delle sottoscrizioni e della documentazione necessaria sarebbe stata solo in formato digitale, formato non (ancora) riconosciuto dalla vigente normativa elettorale. Contestualmente con il deposito del simbolo al Ministero dell’Interno il 14 agosto 2022 (una delle poche azioni avvenute di persona) la Lista ha lancia un sito per la raccolta online delle firme dei vari collegi. La piattaforma privata è la stessa utilizzata per i referendum eutanasia e cannabis nel 2021, il lancio avviene con una conferenza stampa davanti al Viminale durante viene presentato anche un dossier tecnico per motivare legalmente l’azione curato da Francesca Re.

Ogni firma è costata 1,50 euro, per i primi giorni a chi firmava è stato chiesto di pagare prima di sottoscrivere, dal 18 agosto, grazie a una raccolta fondi online straordinaria lanciata da EUMANS, la firma è stata consentita gratuitamente.

A metà agosto Marco Perduca ha informato di persona una delegazione dell’OSCE presente a Roma per raccogliere informazioni sulla campagna elettorale in corso, un incontro simile ma online si è tenuto a una settimana dal voto.

Poche ore prima della scadenza del 22 agosto per la presentazione delle firme, Marco Cappato sollecita Mario Draghi affinché il Governo ponga fine alle discriminazioni contro le nuove liste elettorali, insieme a candidati e simpatizzanti viene stato organizzato un walkaround di 3 ore davanti Palazzo Chigi

Rispettando il termine previsto dalla legge, a fronte del totale di 27512 firme raccolte, vengono depositate personalmente sottoscrizioni sufficienti per le circoscrizioni di Camera e Senato Europa e Lombardia 1 e per il Senato di Emilia Romagna 1 e 2, Lazio 1 e 2, Lombardia 1, 2 e 3, Piemonte 1 e 2, Toscana e Veneto 1 e 2. Dove non viene raggiunto il numero di firme necessario l’invio avviene tramite PEC (posta elettronica certificata). Le Corti d’Appello consentono la presentazione digitale mentre gli Uffici Elettorali ritengono non valida la sottoscrizione on line. Per non lasciare niente di intentato, in occasione della giornata mondiale per la democrazia Marco Cappato scrive nuovamente al Presidente Draghi

I ricorsi presentati in tutte le circoscrizioni vengono tutti respinti, per questo viene nuovamente chiamata in causa la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per un intervento immediato.

Un ultimo ricorso al Tribunale di Milano preparato dal professor Giovanni Guzzetta viene presentato il 2 settembre chiedendo una procedure d’urgenze facendo specifico riferimento al Regolamento eIDAS. Il 16 settembre si costituisce contro la Lista e, in previsione dell’’udienza del 19 settembre deposita le proprie argomentazioni. Il Tribunale rigetta il ricorso della Lista che presenta un ulteriore, ultimo, reclamo. La data per la decisione verrà fissata il 6 ottobre, dieci giorni dopo le elezioni.

In occasione del voto del 25 settembre la lista invita a far verbalizzare ai seggi una dichiarazione che recita:

Come dimostrato dall’esclusione della lista “Referendum e Democrazia con Marco Cappato” che ha raccolto firme digitali in queste elezioni ci è stato limitato il diritto di elettorato passivo. Sottoscrizioni che nel 2021 avevano reso possibile il deposito di quasi un milione di firme in Corte di Cassazione a sostegno dei referendum su eutanasia e cannabis. 

Il nostro sistema elettorale non garantisce un voto libero, eguale e che conti davvero, come è invece garantito dall’articolo 48 della Costituzione, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici. Per denunciare queste violazioni dello Stato di Diritto e degli obblighi internazionali desidero lasciare agli atti questa mia dichiarazione.

Quasi 300 persone hanno inviato alla lista la documentazione che conferma l’effettiva verbalizzazione della dichiarazione.

In attesa di un pronunciamento di merito da parte di un tribunale italiano, di poter studiare le possibilità previste dalla piattaforma pubblica per la raccolta firme online che il Governo avrebbe dovuto lanciare a gennaio 2022 e di capire quali saranno gli orientamenti del nuovo Paralmento è in corso l’identificazione delle giurisdizioni sovranazionali più appropriate per denunciare la discriminazione dell’impossiiblità di utilizzare la firma digitale per la partecipazione alle elezioni in Italia.

Note:

[1] Secondo le osservazioni finali del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite adotta a seguito del caso “Staderini – De Lucia contro la Repubblica italiana”, l’Italia è stata obbligata a modificare la propria normativa relativa alla raccolta delle firme per iniziative di democrazia partecipativa per superare gli “irragionevoli ostacoli burocratici” posti all’attivazione degli strumenti di democrazia deliberativa previsti dalla Legge 352 del 1970 che disciplina i referendum e le proposte di legge popolari.

[2] A fine luglio 2021 il Parlamento approva un emendamento, come norma transitoria, che consente l’utilizzo di una piattaforma privata per la raccolta delle firme digitali  anticipando quanto previsto nella legge finanziaria del 2019 relativamente alla possibilità di sottoscrizione online nel quadro delle norme previste per aiutare la popolazione a far fronte alla ristrettezze imposte dalle misure per il contenimento della pandemia.

[3] Un emendamento alla Legge di Bilancio 2019 stanzia risorse per l’istituzione di una piattaforma per le firme digitali per conformarsi alla decisione del Comitato sui diritti umani delle Nazioni Unite. La piattaforma doveva essere pronta il 1 gennaio 2022, a settembre dello stesso anno ancora niente è andato online.

[4] Nel febbraio 2022 la Corte Costituzionale italiana dichiara inammissibili entrambi i referendum con sentenze che il Comitato promotore ritiene politicamente motivate. I promotori stanno lavorando per impugnare tale decisione davanti alla Consulta quanto a giurisdizioni sovranazionali.

 

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