La battaglia di Marco Cappato e Eumans per la firma digitale per le elezioni non si ferma. Lo scaricabarile tra istituzioni farà scattare nuovi ricorsi interni e internazionali
La decisione del Tribunale di Milano si conclude motivando che “il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto [la verifica dell’effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati] della fattispecie controversa (verifica che non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente), deve ritenersi l’insussistenza del presupposto della richiesta tutela cautelare, costituito all’apparenza del buon diritto (fumus boni juris).
“Una decisione insensata” dichiara Marco Cappato, leader della lista “perché ci imputa di non avere provato l’esistenza delle firme, attribuendo a noi un dovere – la verifica delle firme – che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello e non certo ai presentatori. Anche per questo presenteremo immediato reclamo.
“La decisione arriva a cinque giorni dalle elezioni” ha dichiarato Virginia Fiume, co-presidente di Eumans “ma dopo cinque anni da quando, nel 2017, il Parlamento aveva impegnato – entro 6 mesi!!- il Governo a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste. Un esperimento mai tentato da nessun Governo ma non per questo scaduto come impegno”.
“Il Governo si era opposto al ricorso d’urgenza della Lista Referendum e Democrazia avanzando l’impossibilità di posticipare il voto in caso di accoglimento del ricorso perché a ridosso della tornata elettorale” ha detto Marco Perduca, responsabile legale della lista ” Ma nessuna risposta era però mai arrivata dal 25 luglio quando abbiamo diffidato formalmente il Governo per ottenere un decreto interpretativo”.
“Nel silenzio assoluto da parte di Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica” ha concluso Cappato “il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. E’ in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali